Differenze di Genere nella Comunicazione Mediata dal Computer: Tra Stereotipi che Resistono e Nuove Androginie

Sembra invece che gli uomini privilegino altri obiettivi nella CMC. Piuttosto che dare importanza alle relazioni sembrano desiderare maggiormente di essere informativi (Baron, 2004) e di ottenere autonomia e potere, utilizzando un linguaggio più autoritario e facendo richiami all’azione (Guiller & Durndell, 2006).

Argomenti di conversazione

Spesso, quando descriviamo a un’altra persona il genere di qualcuno, ci rifacciamo in prima istanza a caratteristiche anatomico-fisiche che differenziano gli uomini e le donne, e in seguito agli oggetti, alle attività o agli interessi che stereotipicamente distinguono i due generi. Questi aspetti sono utilizzati dagli individui, sia per identificare un genere sia se gli viene chiesto di simulare un genere diverso dal proprio, molto più di quanto non vengano utilizzate caratteristiche di personalità (Williams & Mendelsohn, 2008).

Anche nella CMC si sono modificati di poco gli argomenti stereotipicamente considerati maschili e femminili. Infatti, sembra che le donne preferiscano ancora parlare/scrivere di shopping e di moda mentre gli uomini di automobili e sport, ed entrambi appaiono più incerti quando devono parlare di argomenti opposti al loro genere (Colley & Todd, 2002; Palomares, 2009).

Conclusioni

Diversamente, forse, da ciò che ci si potrebbe aspettare o auspicare, anche nelle tecnologie più avanzate permangono dei sottili pregiudizi di genere. Uno studio italiano che ha analizzato i dizionari del Thesaurus di Word 6.0, uno dei software più comuni nei nostri computer (Bazzanella, 2000) ha trovato che, anche se in modi leggermente diversi, nelle principali lingue occidentali del programma (italiano, francese, spagnolo e inglese) era presente una sproporzione qualitativa e quantitativa a favore del genere grammaticale maschile. Ovvero parole come “uomo” raffigurano il genere umano universale, e parole come “donna” rappresentano la moglie, la compagna, la madre. Tuttavia, se queste sono ricadute di “normali” differenze di genere che dal linguaggio passano anche alla CMC, emerge anche addirittura che, quando all’interno di un videogioco viene fatta ascoltare ai giocatori una voce femminile o una voce maschile, le reazioni sono molto più negative e ostili verso la voce femminile (Kuznekoff & Rose, 2012).

Studi come questi possono aiutarci a porre attenzione ad un utilizzo acritico dei mezzi di comunicazione, anche quelli contemporanei e di fruizione quotidiana. Non è infatti la modernità del mezzo a rendere moderna la comunicazione.

Con uno sguardo d’insieme alla letteratura sopra riportata, ciò che appare interessante è che né la teoria delle due culture (Maltz & Borker, 1982) né l’ipotesi della somiglianza di genere (Dindia & Canary, 2006) rispondono in modo esaustivo alla questione delle differenze di genere nell’uso del linguaggio nella CMC. Sebbene molti studi mostrino che uomini e donne sono diversi nell’espressione dell’incertezza, delle emozioni, nei motivi per cui comunicano e negli argomenti di discussione, raramente queste differenze sono nette e stabili. Sebbene alcune differenze nelle caratteristiche del linguaggio siano riportate da più studi è anche vero che esse sembrano assai sensibili alle aspettative sociali e al contesto in cui le persone si trovano a comunicare (Palomares, 2004, 2009; Palomares & Lee, 2010). E’ opportuno anche sottolineare che la ricerca su questo argomento nel contesto italiano è assai povera di contributi, che necessitano di essere contestualizzati per il nostro specifico ambito culturale e linguistico. E’ difficile comprendere, ad esempio, se in lingue diverse vi sia un cambiamento nel modo in cui uomini e donne comunicano. Infine, sono pochi gli autori che si sono occupati di osservare se vi sia una differenza tra linguaggio prodotto dal genere psicologico o genetico; e scarsi sono anche i confronti tra la comunicazione orale/diretta e la CMC.

Gli studi si concentrano soprattutto su cosa rende il linguaggio stereotipicamente femminile o maschile in un contesto in cui le caratteristiche fisiche appaiono invisibili o incerte, e se le eventuali differenze siano effettivamente legate ad un genere specifico o piuttosto ad una specifica situazione, come abbiamo visto ad esempio negli studi sul linguaggio incerto.

Concludiamo sottolineando un ultimo aspetto: ammesso che esista un linguaggio maschile e uno femminile, qual è quello più efficace sul piano della comunicazione e della relazione? Sembra che l’androginia psicologica sia la modalità più efficace (Kim & Aune, 1997). Infatti in essa è presente la capacità di utilizzare in modo flessibile capacità relazionali maschili e femminili, e quindi non è tanto rilevante essere uomo o donna quanto il saper utilizzare le diverse peculiarità di ciascuno dei due stili comunicativi attraverso le situazioni sociali con cui dobbiamo confrontarci e le specifiche opportunità comunicative offerte dalle nuove tecnologie.

Glossario 

Differenze di genere. Ciò che contraddistingue il genere maschile da quello femminile attraverso una molteplicità di comportamenti, nonché interessi e inclinazioni, come ad esempio il linguaggio.

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