Come ridurre il pregiudizio: Il punto di vista della psicologia sociale

Tuttavia, anche il contatto esteso ha un limite importante, in quanto richiede che nella rete sociale vi sia almeno una persona che ha amici nell’outgroup. Ciò è improbabile in situazioni caratterizzate da elevata segregazione e conflittualità, in cui peraltro anche chi ha amici nell’outgroup può avere timore nel dichiararlo a causa di sanzioni sociali, con il rischio di essere escluso dall’ingroup. Turner, Crisp e Lambert (2007) hanno pensato a una forma ancora più “indiretta” di contatto indiretto: il contatto immaginato. Essi hanno trovato che il semplice immaginare un incontro positivo con un membro dell’outgroup ha effetti positivi sugli atteggiamenti intergruppi. Il contatto immaginato ha il vantaggio di non richiedere una conoscenza diretta dell’outgroup a nessun livello della rete sociale. Inoltre, rispetto al contatto diretto e al contatto esteso, è estremamente flessibile, in quanto prevede solo di far immaginare alle persone una certa situazione, senza bisogno di preparare istruzioni complicate e senza comportare problemi organizzativi o pratici. In pochi anni si sono accumulate numerose evidenze che dimostrano l’efficacia del contatto immaginato (per una rassegna, si veda Crisp et al., 2010), anche rispetto agli atteggiamenti impliciti (Turner & Crisp, 2010). Nonostante la ricerca sul contatto immaginato sia stata svolta prevalentemente “in laboratorio,” sono stati recentemente condotti alcuni interventi sperimentali sul campo che mostrano la validità di questo tipo di contatto indiretto in contesti naturalistici. In uno di questi, Vezzali, Capozza, Giovannini e Stathi (2012) hanno chiesto a bambini italiani di scuola elementare di immaginare un incontro amichevole con un bambino immigrato. Ogni settimana i partecipanti, divisi in piccoli gruppi, immaginavano (individualmente) una situazione di contatto in un contesto diverso: a scuola (primo incontro), vicino a casa propria (secondo incontro), al parco (terzo incontro). Ogni incontro era seguito da una discussione collettiva, guidata dalla ricercatrice. Si è trovato che, a distanza di una settimana dall’ultima sessione, i bambini nella condizione di contatto immaginato (rispetto ai partecipanti di una condizione di controllo dove non si era condotto nessun intervento) erano più desiderosi di fare amicizia con bambini immigrati e rivelavano un grado minore di pregiudizio implicito.

Conclusioni

Nel presente lavoro, dopo aver presentato alcuni esempi di forme diverse di pregiudizio, si sono descritte alcune strategie di miglioramento delle relazioni intergruppi individuate dalla psicologia sociale. Anzitutto, si è introdotto il contatto diretto tra i gruppi, uno strumento potente per facilitare rapporti armoniosi tra membri di gruppi diversi. Si sono quindi presentate modalità di contatto indiretto – il contatto esteso e il contatto immaginato – che sono più facilmente applicabili in contesti naturalistici, rispetto al contatto diretto, e quindi potenzialmente più utili. È opportuno tuttavia sottolineare che il contatto diretto, rispetto al contatto indiretto, porta alla formazione di atteggiamenti intergruppi più stabili e più difficilmente modificabili (Fazio, 1990). Dove applicabile, esso è dunque preferibile al contatto indiretto. Alcuni autori (ad esempio, Crisp et al., 2010; Turner, Hewstone, Voci, et al., 2007) ritengono comunque che le varie strategie non siano tra loro alternative, bensì complementari. In particolare, il contatto indiretto (esteso o immaginato) dovrebbe facilitare il desiderio di avere amici nell’outgroup tra coloro che hanno poche esperienze reali di contatto (Christ et al., 2010). Ad esempio, se si prevede l’inserimento di un bambino disabile in una classe, anche al fine di familiarizzare i bambini normodotati con persone disabili, si potrebbe programmare un intervento “preparatorio” basato sul contatto immaginato. In questo modo, quando il bambino disabile sarà effettivamente inserito nella classe, gli altri bambini saranno disposti più favorevolmente verso di lui e lo accoglieranno in maniera migliore.

In conclusione, non è pensabile individuare una strategia “universale” di riduzione del pregiudizio. È solo grazie all’integrazione tra tecniche differenti, pensate e adattate a ogni singolo contesto, che si otterranno i risultati migliori sulla via della creazione di rapporti più positivi tra individui appartenenti a gruppi diversi. 

Glossario

Categorizzazione intergruppi: Categorizzazione degli individui in membri del proprio gruppo (ingroup) e membri del gruppo esterno (outgroup).

Pregiudizio: Valutazione negativa di un gruppo sociale.

Pregiudizio implicito o inconscio: Valutazione implicita negativa di un gruppo sociale, di cui la persona non è consapevole e che avviene in maniera automatica, non controllata da processi mentali di ordine superiore.

Contatto intergruppi diretto: Contatto faccia a faccia tra membri di gruppi diversi.

Contatto intergruppi indiretto: Contatto tra membri di gruppi diversi nel quale non vi è una interazione faccia a faccia. 

Contatto esteso: Contatto indiretto tramite amici dell’ingroup che hanno amici nell’outgroup.

Contatto immaginato: Simulazione mentale di un incontro con un membro dell’outgroup.

Bibliografia

Allport, G. W. (1954). The nature of prejudice. New York, NY: Addison-Wesley.

Amir, Y. (1969). Contact hypothesis in ethnic relations. Psychological Bulletin, 71, 319-342.

Autore/i dell'articolo

Newsletter

Keep me updated about new In-Mind articles, blog entries and more.

Facebook