Bugie bianche e bugie nere: cosa hanno in comune e in cosa sono diverse?

Le persone che cercano di fornire le risposte attese dall’intervistatore seguono la stessa logica. Le domande formulate in positivo [21] segnalano che la risposta attesa è sì. Quindi, gli intervistati che vogliono compiacere l’intervistatore di solito fanno riferimento a questo principio generale della comunicazione, fornendo più risposte affermative [22, 13]. Di conseguenza, l’aspettativa di una risposta positiva da parte dell’intervistatore dà luogo a un bias affermativo nelle risposte [24]. È importante sottolineare come il bias affermativo nelle risposte comporti in maniera non intenzionale un inganno, dovuto però a motivi puramente affiliativi. Infatti, studi recenti [25] mostrano che i partecipanti danno più risposte affermative a questionari quando il bisogno di affiliazione è reso saliente prima della compilazione, ad esempio chiedendo di immaginare che un amico – che è probabilmente oggetto di una motivazione affiliativa – legga in seguito le risposte. Quando viene attivato uno scopo affiliativo, i partecipanti fornivano più risposte affermative a domande come “se mio fratello o mia sorella hanno un insuccesso, io mi sento responsabile”, oppure “Per me essere in buona salute è la cosa più importante di tutte” [26]. È interessante notare che i partecipanti mostravano la stessa tendenza di risposta anche quando la domanda era riferita a una persona qualsiasi (ad esempio “La maggior parte delle persone pensa che essere in buona salute sia la cosa più importante di tutte”). In questi casi la risposta di accordo non veicola nessuna informazione desiderabile o positiva per chi mente, e non comporta alcun guadagno. Eppure, colui che inganna risponde in un modo che asseconda le aspettative dell’ingannato, per far piacere all’ingannato. È importante notare come in questo caso l’inganno sia messo in atto senza nessuna aspettativa di ricevere nessun favore in cambio. Di solito le persone mentono perché si aspettano qualcosa dalla controparte (ad esempio una relazione più positiva), ma quando viene reso saliente uno scopo affiliativo, le persone mentono anche nel caso in cui non ci si possa aspettare alcun ritorno da parte dell’ingannato (in questo caso il ricercatore).

 

Le conseguenze delle bugie nere e delle bugie

 

bianche

 

Discuteremo ora in che modo le bugie nere e le bugie bianche influiscano su colui che inganna, su colui che è ingannato, e su terze parti. Non è sorprendente che la letteratura confermi ampiamente come l’inganno a scopo predatorio o di sfruttamento dell’ingannato a proprio vantaggio danneggi o metta fine alla relazione tra chi inganna e chi è ingannato [27]. Un cliente che scoprisse la bugia del venditore di auto se ne andrebbe immediatamente. Al contrario, l’inganno a scopo affiliativo spesso implica conseguenze interpersonali positive [28]. Nel caso delle bugie pro-sociali che di solito vanno a benefico dell’altro, coloro che osservano l’inganno apprezzano e si fidano di chi mente più di quanto facciano nei confronti di chi dice la verità [29]. Un esempio di bugia pro-sociale potrebbe essere quello di dire al capo che un collega ha fatto un ottimo lavoro, quando in realtà il lavoro era mediocre. In questi casi, dire la verità allo scopo di essere sinceri è visto come egoista e meno morale.

Possiamo concludere quindi che le bugie bianche non hanno svantaggi? No, perché anche nel caso in cui le bugie siano puramente affiliative, chi viene ingannato - così come altre persone -  potrebbero riceverne un danno. Nel caso delle risposte a questionari, il ricercatore ingannato potrebbe ottenere risultati non veritieri, che potrebbero influire negativamente su decisioni politiche prese sulla base di quelle evidenze, con conseguenze negative per altre persone e per il pubblico più vasto [25]. In ultima analisi, risultati di ricerca falsi rappresentano uno spreco di denaro dei contribuenti quando conducono, ad esempio, a programmi di salute pubblica contro l’obesità o il basati su tali risultati. Ancora più preoccupanti potrebbero essere le conseguenze dell’inganno affiliativo negli interrogatori di testimoni. In questi casi, i testimoni potrebbero avere l’intenzione di aiutare e compiacere chi conduce l’interrogatorio. Presupponendo che l’affermazione è la risposta desiderata [23], testimoni non completamente certi della propria risposta potrebbero rispondere affermativamente alle domande perché si aspettano che questo sia ciò che l’investigatore si attende da loro. Di conseguenza, individui innocenti potrebbero ritrovarsi accusati di reati, sebbene chi ha ingannato avesse unicamente intenzioni affiliative [30].

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